Favola di Esopo riscritta da Fiabeland e adattata a bambini di età 6-8 anni
In una foresta molto fitta, che a malapena lascia filtrare i raggi del sole, un grande leone giaceva sotto l’ombra di un maestoso albero. Il suo corpo possente era disteso sul terreno morbido, i suoi occhi chiusi in un sonno profondo. Il leone aveva trascorso la mattinata a caccia, ma senza successo. Affamato e stanco, aveva deciso di riposarsi, sperando che il suo stomaco smettesse di brontolare.
Intanto, nel sottobosco, una piccola comunità di topi viveva tra le radici dell’albero. Questi topi, ignari del pericolo, giocavano e si rincorrevano sul dorso del leone addormentato, considerandolo un nuovo e divertente territorio da esplorare. Il loro schiamazzo, però, svegliò il leone, che, infastidito, afferrò uno di loro tra le sue potenti zampe.
Il topolino, tremante di paura, implorò il leone per la sua vita. “Per favore, non mangiarmi. Sono così piccolo che non sazierò la tua fame, e un giorno potrei esserti utile.” Il leone, colpito dalla sincerità e dal coraggio del piccolo essere, decise di risparmiarlo e lo lasciò andare.
Il tempo passò, e il leone continuò a regnare incontrastato nella foresta. Tuttavia, un giorno, mentre era intento a cacciare, cadde in una trappola tesa da cacciatori. Le reti erano robuste, e nonostante la sua forza, il leone non riusciva a liberarsi. La sua ruggente disperazione risuonava attraverso la foresta, attirando l’attenzione di tutti gli abitanti.
Il topo, udendo il ruggito del leone in difficoltà, corse senza esitare verso il luogo da cui proveniva il suono. Trovò il leone intrappolato, i suoi grandi occhi pieni di paura e frustrazione. Senza perdere tempo, il topo iniziò a rosicchiare le corde della rete con i suoi piccoli, ma affilati, denti. Lavorò instancabilmente, consapevole che ogni secondo contava.
Mentre il topo lavorava, il leone osservava con stupore. Non poteva credere che un essere così piccolo potesse avere il coraggio di avvicinarsi a lui, figuriamoci di salvarlo. Ma, con pazienza e determinazione, il topo riuscì a fare un buco nella rete abbastanza grande perché il leone potesse liberarsi.
Una volta libero, il leone si alzò, scuotendo il suo maestoso crine. Guardò il piccolo topo con gratitudine e rispetto. “Mi hai salvato la vita,” ruggì il leone. “Non dimenticherò mai ciò che hai fatto per me.”
Morale: anche il più piccolo amico può essere di grande aiuto nei momenti di bisogno.