Fiaba di Christian Andersen, riscritta da Fiabeland per bambini di 6-8 anni
In un tempo passato, in una grande città, viveva un imperatore noto per il suo amore smisurato per i vestiti nuovi e alla moda. Tale era la sua passione che spendeva tutte le sue ricchezze in abiti lussuosi, trascurando i doveri di governo. La sua unica gioia era quella di sfoggiare i suoi vestiti, suscitando ammirazione ovunque andasse.
In questa città, sempre in fermento e piena di visitatori, arrivarono un giorno due astuti impostori. Si spacciarono per tessitori capaci di realizzare una stoffa così magnifica da essere invisibile agli stupidi o a coloro inadatti alle loro posizioni. Intrigato da tale prospettiva e dall’idea di poter distinguere i saggi dagli stolti nel suo regno, l’imperatore ordinò loro di tessere questa stoffa per lui, dando loro grandi somme di denaro e le più pregiate materie prime.
I truffatori, approfittando della situazione, misero in scena un gran teatro. Montarono telai e fecero finta di lavorare ore ed ore, ma in realtà non c’era nulla sui telai. La seta e l’oro che ricevevano venivano accuratamente nascosti nelle loro borse, mentre fingevano di tessere la stoffa invisibile.
Curioso ma allo stesso tempo nervoso all’idea che la stoffa potesse rivelare la sua incompetenza, l’imperatore mandò uno dei suoi più fidati ministri a controllare il lavoro dei tessitori. Il ministro, arrivato sul posto, rimase sbigottito nel non vedere nulla sul telaio. Tuttavia, temendo di essere ritenuto stupido, lodò la stoffa inesistente e riferì all’imperatore della sua straordinaria bellezza.
Incoraggiato da tale rapporto, l’imperatore inviò un altro funzionario di alto rango per avere un’ulteriore conferma. Anche lui, vedendo i telai vuoti ma non volendo ammettere la sua presunta incompetenza, elogiò la stoffa e parlò con entusiasmo del suo magnifico disegno.
La notizia della meravigliosa stoffa si sparse per tutta la città, e tutti erano ansiosi di vedere quanto stupidi o inadatti fossero i loro vicini. Alla fine, l’imperatore stesso decise di vedere con i propri occhi la magica stoffa. Accompagnato dai suoi migliori consiglieri, si recò dai tessitori. Di fronte ai telai vuoti, non poté vedere nulla, ma, come gli altri prima di lui, non osò ammetterlo. Invece, esclamò con entusiasmo la sua approvazione, convincendo anche il suo seguito a fare altrettanto.
I truffatori, vedendo che il loro inganno stava funzionando, dichiararono che il vestito era quasi pronto. Chiesero ulteriori materiali preziosi e continuarono a “lavorare” sul nulla. La notte prima della grande parata, lavorarono fino a tardi, dando l’impressione di essere estremamente impegnati nella confezione dell’abito imperiale.
La mattina della parata, l’imperatore si recò dai truffatori per indossare il suo nuovo abito. Con grande cerimoniale, gli impostori fecero finta di vestirlo, lodando la leggerezza e lo splendore della stoffa. L’imperatore, pur non sentendo nulla sul suo corpo, si convinse di indossare un capolavoro di moda e si ammirò davanti allo specchio, elogiato dai presenti.
Quando arrivò il momento della parata, l’imperatore marciò per le strade della città sotto gli occhi ammirati e un po’ confusi dei suoi sudditi. Tutti avevano sentito parlare della magica proprietà della stoffa e, non volendo apparire stupidi o inadatti ai loro ruoli, iniziarono a lodare l’abito invisibile, esclamando la sua bellezza e il raffinato disegno.
L’imperatore, gonfio di orgoglio, sfilava con la sua corte, mentre la folla lo acclamava. Ma un bambino, ignaro delle complessità dell’orgoglio adulto e delle menzogne, disse ad alta voce: “Ma l’imperatore non ha nulla addosso!” Queste parole semplici e sincere furono come una scintilla in un cumulo di paglia secca. La gente iniziò a bisbigliare tra loro, ripetendo le parole del bambino, finché l’intera folla non esclamò: “Non ha niente addosso!”
L’imperatore, sentendo queste parole, capì che la verità era stata scoperta, ma non poteva fermarsi. Il suo orgoglio lo costrinse a continuare la parata, più regale che mai, nonostante fosse evidente a tutti che era completamente nudo. I suoi ciambellani, ugualmente imbarazzati, continuarono a reggere lo strascico inesistente, seguendo il loro sovrano in questo tragico spettacolo.