Racconto scritto da Fiabeland, per bambini di 9-11 anni
Una nevicata leggera cadeva sul Polo Nord, mentre Babbo Natale controllava la sua lista per l’ultima volta. Era la notte prima di Natale, e tutto sembrava perfetto. Ma proprio quando stava per partire con la sua slitta carica di regali, un elfo si precipitò verso di lui, con un’espressione preoccupata.
“Babbo, c’è un problema,” disse l’elfo, ansimando. “In giro per il mondo, alcuni bambini hanno ricevuto regali dispettosi, firmati da te!”
Babbo Natale si strofinò la barba, confuso. “Regali dispettosi? Impossibile!” esclamò.
Decise di indagare subito. Mentre i suoi elfi cercavano indizi, Babbo Natale ricevette una lettera misteriosa. La lettera era firmata da qualcuno che si faceva chiamare ‘Natale Malvagio’, che affermava di essere suo fratello gemello.
“Un fratello gemello? Non può essere vero,” mormorò Babbo Natale.
Tuttavia, più indagava, più diventava chiaro che Natale Malvagio esisteva davvero. Era stanco di vivere nell’ombra del suo famoso fratello e aveva deciso di rovinare il suo buon nome distribuendo regali dispettosi.
Babbo Natale sapeva che doveva agire. Convocò un’assemblea d’emergenza con gli elfi più fidati e insieme formarono un piano.
“Abbiamo bisogno di una squadra speciale per fermare Natale Malvagio,” annunciò Babbo. “Dovremo viaggiare in giro per il mondo e riparare i danni.”
Ma non era un compito per gli elfi da soli. Babbo Natale decise di includere nella squadra anche dei bambini, quelli che avevano già dimostrato coraggio e intelligenza.
In poco tempo, una squadra di quattro bambini e due elfi esperti fu formata. C’era Leo, un ragazzino curioso e coraggioso; Mia, una piccola genio con un talento per i puzzle; Tariq, con un occhio attento per i dettagli; e Sofia, con un cuore grande e una grande capacità di ascolto.
Babbo Natale li incontrò personalmente, spiegando la situazione. “Avremo bisogno di tutto il vostro aiuto per fermare mio fratello e salvare il Natale,” disse con serietà.
I bambini erano eccitati all’idea di aiutare Babbo Natale e si impegnavano a fare del loro meglio. Con gli elfi, iniziarono a pianificare il loro viaggio.
La prima tappa fu in una piccola città in Germania, dove un gruppo di bambini aveva ricevuto regali che si trasformavano in slime appiccicoso. La squadra arrivò e iniziò a raccogliere indizi. Ogni regalo dispettoso conteneva un piccolo indizio che li avrebbe portati a Natale Malvagio.
“Guardate, questa etichetta dice ‘Made in Shadowland’,” notò Tariq, esaminando uno dei regali.
“Shadowland?” ripeté Sofia. “Non ho mai sentito parlare di quel posto.”
Gli elfi scambiarono uno sguardo preoccupato. “Shadowland è una terra dimenticata, dove si dice che vivano creature magiche e oscure,” spiegò uno degli elfi.
“Sembra il posto perfetto per qualcuno che si fa chiamare Natale Malvagio,” disse Mia.
Con questa nuova informazione, la squadra sapeva dove andare dopo. Si prepararono per il viaggio verso Shadowland, senza sapere che avventure e pericoli li aspettavano.
Il viaggio verso Shadowland era lungo e pieno di incognite. La squadra volò su una slitta speciale, guidata da due renne coraggiose. Mentre viaggiavano, Babbo Natale dava loro preziosi consigli su come affrontare Natale Malvagio.
“Ricordate, potrebbe essere mio fratello, ma non sappiamo di cosa è capace,” disse Babbo con un tono serio.
Shadowland era un posto tetro e nebbioso. Alberi spogli e figure ombrose apparivano qua e là, creando un’atmosfera inquietante. Non appena atterrarono, la squadra si mise al lavoro.
“Dividiamoci e cerchiamo indizi,” suggerì Leo. “Dobbiamo scoprire dove si nasconde Natale Malvagio.”
Mentre cercavano, incontrarono creature di Shadowland, ognuna con la sua storia da raccontare. Alcune erano amichevoli, altre meno, ma tutte erano d’accordo su una cosa: Natale Malvagio era un ospite indesiderato nella loro terra.
Dopo ore di ricerca, Mia trovò un indizio cruciale. “Guardate questo,” disse, mostrando un pezzo di stoffa rosso e verde. “Questo appartiene a un elfo, ma non è di quelli che lavorano con Babbo Natale.”
Analizzando il tessuto, gli elfi confermarono che era un tipo di stoffa usato solo a Shadowland. Erano un passo più vicini a trovare il nascondiglio di Natale Malvagio.
La ricerca li portò a una caverna nascosta, profonda nelle terre di Shadowland. “Qui dentro,” disse Sofia, indicando l’entrata oscura.
Entrarono cautamente nella caverna, i loro passi risuonavano sulle pareti umide. Dopo un po’, arrivarono in una grande stanza illuminata da candele. E lì, in fondo alla stanza, sedeva Natale Malvagio.
Era un uomo alto e magro, con capelli lunghi e un sorriso malizioso. “Ah, Babbo Natale,” disse con voce melliflua. “Finalmente ci incontriamo.”
Babbo Natale lo guardò con tristezza. “Perché stai facendo tutto questo, fratello?”
“Perché sono stanco di essere ignorato, di vivere nella tua ombra,” rispose Natale Malvagio. “Voglio che il mondo sappia che esisto anche io.”
La squadra si guardò, capendo il dolore che si nascondeva dietro le azioni di Natale Malvagio. Tuttavia, sapevano anche che dovevano fermarlo.
Iniziarono a parlare con lui, cercando di convincerlo a smettere con i suoi piani malvagi. Natale Malvagio ascoltava, ma sembrava irremovibile.
Era chiaro che non sarebbe stato facile convincerlo. Ma Babbo Natale e la sua squadra erano determinati a provare. Dovevano salvare il Natale e, forse, anche Natale Malvagio stesso.
Il confronto con Natale Malvagio si intensificava. Babbo Natale, con un tono calmo e comprensivo, cercava di raggiungere il cuore del fratello. “Non devi fare del male agli altri per farti notare,” disse. “Ci sono modi migliori per condividere il tuo spirito con il mondo.”
Natale Malvagio, tuttavia, sembrava irremovibile. “Ho aspettato troppo a lungo nell’oscurità. Ora è il mio momento,” ribatté.
I bambini, osservando la scena, si resero conto che dovevano fare qualcosa. “Forse possiamo mostrargli il vero significato del Natale,” suggerì Sofia, e gli altri annuirono in accordo.
Iniziarono a raccontare a Natale Malvagio le loro esperienze di Natale, i momenti felici trascorsi con le famiglie, i gesti di gentilezza che avevano visto e fatto. Parlarono di come il Natale non fosse solo regali, ma un momento di condivisione e amore.
Natale Malvagio li ascoltava, il suo sguardo inizialmente scettico iniziava a cambiare. La storia di Tariq su come aveva aiutato una famiglia bisognosa durante le festività sembrò colpirlo in particolare.
“Babbo non ti ha mai dimenticato,” disse Leo. “Anche lui ha sofferto, sapendo che c’era qualcosa che mancava nella sua vita.”
Babbo Natale annuì. “Ho sempre sentito che c’era una parte di me che mancava. Ora so che eri tu, fratello.”
Natale Malvagio sembrava combattuto. Il suo desiderio di riconoscimento si scontrava con la crescente comprensione di ciò che aveva fatto.
Dopo un lungo silenzio, abbassò lo sguardo. “Non sapevo… non volevo…” iniziò, la voce piena di emozione.
Babbo Natale si avvicinò, posando una mano sulla sua spalla. “Non è mai troppo tardi per cambiare,” disse con gentilezza.
Con il sostegno della squadra, Natale Malvagio iniziò a vedere un modo diverso per esprimere se stesso. Decise di aiutare Babbo Natale a riparare il danno che aveva causato, promettendo di lavorare per portare gioia invece di dispetti.
La squadra lasciò la caverna, con Natale Malvagio al loro fianco. Avevano una missione: salvare il Natale e diffondere un messaggio di amore e comprensione.
La squadra, ora con Natale Malvagio al loro fianco, lavorò instancabilmente. Visitavano le case dei bambini di tutto il mondo, sostituendo i regali dispettosi con veri doni di Natale. Natale Malvagio, sotto la guida di Babbo Natale, imparava il valore della generosità e della gentilezza.
In ogni casa che visitavano, lasciavano un po’ di felicità e di sorriso. I bambini si svegliavano la mattina di Natale, trovando regali meravigliosi e un biglietto di scuse da parte di un ex-Natale Malvagio.
“Sto iniziando a capire,” disse Natale Malvagio una sera, guardando i bambini giocare felici con i nuovi regali. “Il Natale è molto più di quello che pensavo.”
Babbo Natale gli sorrise. “Vedi? Non è mai troppo tardi per fare la differenza.”
La notizia della trasformazione di Natale Malvagio si diffuse rapidamente. La gente iniziò a parlare del gemello perduto di Babbo Natale, che aveva trovato la sua strada verso la luce. La storia del loro riavvicinamento e della loro collaborazione per salvare il Natale divenne una leggenda.
Infine, la vigilia di Natale arrivò al suo termine. La squadra, esausta ma felice, tornò al Polo Nord. C’era una grande festa ad aspettarli, con tutti gli elfi e le renne celebrando il loro successo.
Babbo Natale e Natale Malvagio, ora semplicemente chiamato Natale, si unirono alla festa. Era una celebrazione di famiglia, amicizia e riconciliazione.
“Che ne dici di unirti a me l’anno prossimo?” chiese Babbo Natale a Natale. “Abbiamo tanto da fare insieme.”
Natale sorrise, accettando l’offerta. “Mi piacerebbe,” rispose.
Mentre la festa continuava, i bambini della squadra si sedettero vicino a Babbo Natale. Erano felici di aver contribuito a salvare il Natale e di aver imparato così tanto lungo la strada.
“Babbo Natale,” disse Sofia, “credi che ci saranno altre avventure per noi?”
Babbo Natale rispose con un sorriso misterioso. “Credo che le avventure siano infinite, quando hai il cuore aperto e la volontà di aiutare gli altri. E chi sa, forse il prossimo Natale avrà altre sorprese in serbo.”
Con quella promessa, la festa continuò, piena di risate e canti. Era stata una notte magica, un Natale che nessuno avrebbe mai dimenticato. E mentre la neve cadeva delicatamente fuori, tutti sapevano che la magia del Natale era ancora viva e più forte che mai.
E così, Babbo Natale, Natale e la loro squadra di eroi guardarono avanti verso nuove avventure, sapendo che, insieme, potevano superare qualsiasi sfida.