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Pollicino

Una favola di Charles Perrault, riscritta da Fiabeland, adatta a bambini di 9-11 anni.

C’era una volta un povero contadino e sua moglie che vivevano in una piccola casa nella campagna. Una sera, mentre il contadino attizzava il fuoco e la moglie filava, il contadino sospirò dicendo che avrebbero tanto voluto un bambino, anche se piccolo come un pollice, perché la loro casa era troppo silenziosa. La moglie concordò, desiderando anche lei un bambino, piccolo ma pieno di amore.

Dopo un po’ di tempo, il desiderio della coppia si avverò. La moglie diede alla luce un bambino, piccolo e perfettamente formato, non più grande di un pollice. Lo chiamarono Pollicino, per la sua statura minuta. Nonostante lo alimentassero bene, Pollicino non crebbe mai più di quella misura, ma era intelligente e astuto, pieno di spirito e coraggio.

Un giorno, il contadino si preparava a recarsi nel bosco per tagliare la legna. Pollicino, desideroso di aiutare, si offrì di guidare il cavallo fino al bosco. Il padre, inizialmente dubbioso a causa delle piccole dimensioni del figlio, acconsentì quando Pollicino spiegò che si sarebbe seduto nell’orecchio del cavallo per guidarlo.

Così, Pollicino guidò il cavallo con sicurezza, dando istruzioni dall’orecchio dell’animale. Durante il viaggio, passarono due uomini che, meravigliati, videro il cavallo muoversi come se fosse guidato da un cocchiere invisibile. Decisero di seguire il carro per scoprire il mistero.

Arrivati nel bosco, il padre di Pollicino lo prese dall’orecchio del cavallo, e Pollicino gli disse di vendere la sua legna. Mentre i due uomini osservavano da lontano, rimasero stupiti nel vedere il piccolo Pollicino e pensarono di poter guadagnare molto mostrandolo in giro.

Si avvicinarono al contadino, offrendogli dell’oro in cambio di Pollicino. Il padre, rifiutò categoricamente, non volendo separarsi dal figlio. Ma Pollicino, sentendo l’offerta, suggerì al padre di accettare, assicurando che avrebbe trovato il modo di tornare a casa. Così, il padre accettò l’offerta e Pollicino fu venduto ai due uomini.

Pollicino, ora con i due uomini, viaggiò per un po’. Si mise sulla tesa del loro cappello, da dove poteva guardare il paesaggio e dare istruzioni. Ma quando la sera si avvicinava, Pollicino chiese di essere messo giù per i suoi bisogni. Uno degli uomini, scherzando, gli disse di rimanere sul cappello. Pollicino, però, insistette e l’uomo lo mise giù in un campo vicino.

Subito dopo essere stato messo a terra, Pollicino scappò in una tana di topo vicina. Dalla sua nascosta, gridò agli uomini di andarsene senza di lui. I due cercarono di catturarlo, ma Pollicino era troppo furbo e scivolò più a fondo nella tana, al sicuro. Quando si fece buio, gli uomini se ne andarono, frustrati e senza Pollicino.

Pollicino uscì dalla tana, ma si rese conto che era pericoloso viaggiare di notte. Trovò un guscio di lumaca e decise di riposarci dentro. Mentre stava per addormentarsi, udì due uomini che parlavano di rubare l’oro del parroco. Pollicino, sentendo questo, gridò che poteva aiutarli.

I ladri, sorpresi, trovarono Pollicino e lo sollevarono. Pollicino suggerì di entrare nella casa del parroco di notte, promettendo di aiutarli a rubare. I ladri, curiosi di vedere cosa avrebbe fatto, accettarono il suo piano.

Quando arrivarono alla casa del parroco, Pollicino entrò per primo e iniziò a gridare, fingendo di dare agli uomini ciò che volevano rubare. Questo svegliò la cuoca, che dormiva nella stanza accanto. I ladri, spaventati, fuggirono, mentre la cuoca cercava di capire cosa stava succedendo. Nel frattempo, Pollicino si nascose nel fienile.

La mattina dopo, la serva venne a prendere il fieno dal fienile, senza sapere che Pollicino era lì. Fu portato accidentalmente nella stalla e finì nella bocca di una mucca. Pollicino, ora nella pancia della mucca, gridava di non portare più fieno.

La serva, sentendo la voce provenire dalla mucca, si spaventò e corse a raccontarlo al parroco, che decise di macellare la mucca. Lo stomaco della mucca, con Pollicino all’interno, fu gettato nel letamaio. Pollicino, dopo molte difficoltà, riuscì a uscirne.

Poi, proprio quando stava per essere al sicuro, fu ingoiato da un lupo affamato. Dentro la pancia del lupo, Pollicino suggerì all’animale di andare a casa del suo padre, dove avrebbe trovato cibo in abbondanza. Il lupo accettò e andò nella casa di Pollicino, mangiando tutto ciò che trovava nella dispensa.

Nella pancia del lupo, Pollicino era preoccupato ma non perdeva la speranza. Aveva un piano. Quando il lupo ebbe finito di mangiare e non riuscì più a uscire dalla cantina a causa del suo pancione, Pollicino iniziò a fare rumore. Il lupo, irritato, gli chiese di stare zitto per non svegliare i padroni della casa. Ma Pollicino continuava a fare baccano, sperando che i suoi genitori lo sentissero.

E infatti, i genitori di Pollicino si svegliarono a causa del rumore. Pensarono che ci fosse un ladro in casa e corsero in cantina. Vedendo il lupo, il padre di Pollicino prese un’ascia per ucciderlo. Pollicino, sentendo la voce del padre, gridò che era dentro la pancia del lupo.

Il padre, pieno di gioia nel sentire la voce del figlio, chiese alla moglie di mettere via la falce per non ferire Pollicino. Poi colpì il lupo sulla testa, uccidendolo. Con molta cautela, aprì la pancia del lupo e tirò fuori Pollicino, sano e salvo.

Pollicino abbracciò i suoi genitori, raccontando loro tutte le sue avventure. Disse che aveva viaggiato molto e visto cose incredibili, ma che era felice di essere tornato a casa. I genitori, sollevati e felici, promisero di non separarsi mai più da lui e di non vendere il loro caro bambino per tutto l’oro del mondo.

Dopo aver mangiato e riposato, Pollicino raccontò ancora delle sue avventure, facendo ridere e sorprendere i suoi genitori con i suoi racconti. Aveva visitato posti straordinari, ma alla fine, la cosa più importante per lui era la sua famiglia e la sicurezza della sua casa.

Pollicino crebbe con i suoi genitori, diventando saggio e rispettato nella sua comunità. Anche se rimase sempre piccolo di statura, il suo coraggio e la sua intelligenza erano grandi come un gigante. E così, Pollicino e la sua famiglia vissero felici e contenti per molti, molti anni, sempre insieme, nel loro piccolo ma caldo focolare.