Favola scritta da Fiabeland per bambini di 6-8 anni.
C’era una volta nel cuore di un verde bosco, un allegro tasso di nome Timo. Timo era noto per la sua gioia di vivere e la sua fiducia negli altri. Camminava felice tra gli alberi, salutando ogni animale che incontrava. Un giorno, mentre esplorava una parte del bosco che non conosceva, Timo incontrò due furetti che si chiamavano Sila e Rino. Erano vivaci e sembravano molto amichevoli.
«Ciao!» disse Timo con un sorriso. «Io sono Timo, che bello incontrarvi!»
Sila rispose con un sorriso astuto: «Ciao, Timo! Io sono Sila e questo è Rino. Stiamo andando in un posto davvero speciale, sai?»
Rino annuì entusiasta. «Sì, è un luogo magico dove c’è un albero che realizza tutti i desideri!»
Gli occhi di Timo si illuminarono. «Davvero? Che meraviglia! Posso venire con voi?»
«Certo!» disse Sila. «Ma il viaggio è lungo. Dobbiamo portare delle provviste per diversi giorni.»
Timo annuì, eccitato all’idea dell’avventura. «Vado a casa a prendere il cibo. Torno subito!»
Dopo poco, Timo tornò con una grande bisaccia piena di cibo. Insieme, i tre amici si incamminarono nel bosco. Camminarono per tutta la giornata, attraversando radure fiorite e sentieri ombrosi. Timo era così felice che non si accorse nemmeno della stanchezza. Quando calò la sera, Sila suggerì: «Dovremmo cercare un posto per dormire. Domani continueremo il viaggio.»
Scorsero una grande cavità sotto un albero, che sembrava il rifugio perfetto per la notte. Dopo aver cenato insieme, condividendo storie e risate, decisero di dormire. Timo si addormentò subito, cullato dai suoni tranquilli del bosco. Ma quella notte, qualcosa cambiò.
Il sole del mattino filtrava tra le foglie quando Timo si svegliò. Stropicciandosi gli occhi, si guardò intorno, ma Sila e Rino erano spariti. Cercò ovunque intorno a sé, ma non c’era traccia dei due furetti. «Sila? Rino?» chiamò Timo, ma l’unico suono che rispose fu l’eco della sua voce. Timo iniziò a sentirsi un po’ preoccupato. «Forse sono andati a esplorare…» pensò, cercando di rassicurarsi.
Ma la sua preoccupazione crebbe quando si accorse che anche la sua bisaccia piena di cibo era sparita. «Oh no!» esclamò Timo, sentendosi tradito e confuso. «Perché mi hanno fatto questo?»
Seduto sotto l’albero, Timo rifletté su quanto fosse stato ingenuo. Si era fidato così tanto di Sila e Rino, senza conoscerli davvero. Sentiva un groppo in gola, ma sapeva che doveva essere forte.
Dopo un po’, Timo decise di non lasciarsi abbattere. «Devo trovare il modo di tornare a casa,» disse a sé stesso con determinazione. Si alzò e iniziò a camminare, seguendo il sentiero che avevano percorso il giorno prima. Il viaggio di ritorno era difficile, ma Timo era deciso a non lasciarsi scoraggiare.
Mentre Timo proseguiva il suo viaggio di ritorno, incontrò un vecchio gufo di nome Oris, noto per la sua saggezza. Il gufo era posato su un ramo basso e osservava attentamente Timo con i suoi grandi occhi.
«Ciao, giovane tasso,» disse Oris con una voce profonda. «Sembri turbato. Cosa ti porta nel mio bosco?»
Timo si fermò e raccontò a Oris la sua storia, spiegando come fosse stato ingannato da Sila e Rino. Oris ascoltò attentamente, annuendo di tanto in tanto. Quando Timo ebbe finito, il gufo scosse la testa lentamente.
«Giovane Timo,» iniziò Oris, «è una lezione dura, ma importante. Nel nostro bosco, come nella vita, ci sono creature che possono apparire amichevoli, ma hanno intenzioni nascoste.»
Oris lo fissò intensamente. «Devi sempre stare attento a chi promette ricchezza e meraviglie, specialmente se ti chiede di seguirlo in un luogo sconosciuto. Spesso, queste promesse servono ad attirare gli ingenui in trappole.»
Timo ascoltava, assorbendo ogni parola. «Come posso sapere in chi fidarmi, allora?» chiese con voce incerta.
«La fiducia si guadagna con il tempo e le azioni, non con le parole,» rispose Oris. «Osserva come gli altri si comportano, non solo quello che dicono. E ricorda, la vera magia non si trova in alberi che esaudiscono desideri, ma nelle piccole meraviglie del nostro bosco e nelle relazioni sincere che costruiamo.»
Timo sentì le parole del gufo risuonare dentro di sé. Ringraziò Oris per il suo consiglio e continuò il suo cammino, riflettendo su quanto aveva appreso. Lungo la strada del ritorno incontrò altri animali si mostrarono gentili e disponibili, offrendogli cibo e conforto.
Dopo alcuni giorni, Timo finalmente raggiunse la sua casa nel bosco. Era stanco ma felice di essere tornato sano e salvo. Continuò a vivere nel suo amato bosco, ora più saggio e attento. Aveva ancora tanti amici e amava la sua vita, ma aveva imparato a valutare meglio chi meritava la sua fiducia.
Morale: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”. La fiducia è preziosa e va data con saggezza a chi la merita.