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Il coniglietto curioso

Favola per bambini di 3-5 anni scritta da Fiabeland

Grafica: copyright Fiabeland

In una piccola radura, circondata da alberi alti e fiori colorati, viveva un coniglietto di nome Lillo. Lillo era noto per la sua curiosità senza limiti. Ogni giorno, saltellava per il bosco, esplorando nuovi angoli e cercando avventure. Ma più di tutto, Lillo amava le carote. Non erano carote ordinarie, ma speciali, con un gusto dolce e una croccantezza unica che solo nel loro bosco si poteva trovare.

Un giorno, mentre Lillo stava giocando nei pressi della sua tana, sentì parlare gli anziani del villaggio di una carota leggendaria. Si diceva che fosse la più grande e deliziosa mai vista, nascosta in un luogo segreto del bosco. La curiosità di Lillo si accese come una scintilla. Doveva trovarla!

Così, senza pensarci due volte, Lillo si avventurò più in profondità nel bosco di quanto avesse mai fatto. Saltò oltre ruscelli scintillanti, si intrufolò tra cespugli di bacche e si arrampicò su piccole colline. Ma, concentrato com’era sulla ricerca della carota, non si accorse di quanto si stesse allontanando da casa.

Il sole iniziò a calare, tingendo il cielo di arancione e rosa. Lillo si fermò, realizzando che si era perso. Intorno a lui, il bosco sembrava diverso, più selvaggio e sconosciuto. Sentì un leggero brivido di paura. Come avrebbe fatto a tornare a casa?

Proprio quando stava per lasciarsi andare alla disperazione, sentì un fruscio tra le foglie. Un piccolo riccio di nome Spino si avvicinò cautamente. “Ciao, sei per caso perso?” chiese Spino con una voce gentile. Lillo annuì, spiegandogli della sua ricerca della carota leggendaria e di come si fosse smarrito.

Spino, con un sorriso rassicurante, si offrì di aiutarlo. “So come aiutarti, ma dobbiamo chiedere agli altri animali del bosco. Ognuno di noi conosce una parte diversa di queste terre,” disse.

Insieme, Lillo e Spino iniziarono il loro viaggio. La prima tappa fu la casa di una gufo saggia di nome Gufetta, che viveva in cima a un albero alto. Gufetta ascoltò attentamente la storia di Lillo e rifletté per un momento. “Ho sentito parlare di questa carota,” disse infine, “si dice che sia nascosta vicino al Lago Argentato, al di là delle Colline Echeggianti.”

Ringraziando Gufetta, Lillo e Spino si diressero verso le Colline Echeggianti. Durante il viaggio, incontrarono altri animali che si unirono a loro, ciascuno portando un pezzo del puzzle. C’era una lepre velocissima di nome Lampo, una volpe astuta di nome Rosetta, e persino un uccellino canterino di nome Cip.

Il gruppo affrontò insieme molte sfide. Dovettero attraversare un fiume tortuoso, dove Lampo dimostrò la sua agilità saltando da una pietra all’altra. Rosetta usò la sua astuzia per trovare il sentiero giusto attraverso un fitto labirinto di cespugli. E Cip, volando alto nel cielo, li guidò quando il cammino sotto di loro si faceva incerto.

Man mano che procedevano, Lillo si rese conto che l’avventura stava diventando molto più di una semplice ricerca di una carota. Stava scoprendo l’importanza dell’amicizia, del lavoro di squadra e del coraggio. Ogni amico che aveva incontrato aveva qualcosa di unico da offrire, e insieme erano più forti.

Infine, dopo aver superato tutti gli ostacoli, il gruppo raggiunse il Lago Argentato. Il lago brillava sotto la luce della luna, creando riflessi argentati che danzavano sulla superficie tranquilla. Era un luogo di incredibile bellezza e pace.

“La carota deve essere da qualche parte qui intorno,” disse Spino, scrutando i dintorni. Tutti si misero a cercare, spostando foglie e guardando dietro ogni cespuglio. Lillo, con il cuore colmo di speranza, guardò intorno, sentendo che la sua avventura stava per raggiungere il suo culmine.

Mentre il gruppo cercava intorno al lago, la luna salì sempre più alta nel cielo, illuminando ogni angolo con la sua luce argentea. Fu Cip, con i suoi occhi acuti, a notare per primo qualcosa di strano vicino a un grande albero caduto. “Guardate là!” cinguettò eccitato, indicando con l’ala.

Lillo si precipitò verso il posto indicato da Cip e, con stupore, scoprì una carota enorme. Era ancora più grande e maestosa di come l’aveva immaginata. La sua pelle arancione brillava sotto la luce lunare, e il suo profumo dolce riempiva l’aria.

“Ecco la carota leggendaria!” esclamò Lillo, i suoi occhi pieni di meraviglia. Tutti si radunarono intorno a lui, ammirando il loro ritrovamento. Lillo si sentì trionfante e grato ai suoi nuovi amici per averlo aiutato in questa incredibile avventura.

Ma mentre osservava la carota, Lillo capì qualcosa di importante. Non era più solo la carota che contava per lui. Era il viaggio che aveva compiuto, gli amici che aveva fatto e le lezioni che aveva imparato. Guardò i suoi amici e disse: “Questa carota appartiene a tutti noi. Senza il vostro aiuto, non avrei mai potuto trovarla.”

Condividere la carota con i suoi amici sembrò la cosa più giusta da fare. Così, insieme, decisero di fare un grande banchetto proprio lì, al lato del Lago Argentato. Lillo tagliò la carota in tante parti, assicurandosi che ognuno avesse la sua porzione.

La festa che seguì fu gioiosa e piena di risate. Gli animali raccontarono storie, cantarono canzoni e danzarono sotto la luce della luna. Lillo si sentì felice e appagato, circondato dall’affetto dei suoi amici.

Quando la festa si concluse, Lillo sapeva che era ora di tornare a casa. Salutò i suoi amici con un cuore colmo di gratitudine e promesse di futuri incontri. Spino, Gufetta, Lampo, Rosetta e Cip lo accompagnarono fino al bordo della radura, dove si trovava la tana di Lillo.

“Arrivederci, Lillo!” dissero i suoi amici. “Non dimenticare mai quanto sei coraggioso e gentile!”

Lillo, con gli occhi lucidi di commozione, li ringraziò e si incamminò verso la sua tana. Mentre camminava, pensava a tutte le avventure che aveva vissuto. Aveva trovato la carota leggendaria, ma aveva trovato anche qualcosa di molto più prezioso: l’amicizia e la consapevolezza che, insieme, si può affrontare qualsiasi cosa.

Arrivato a casa, Lillo si accoccolò nella sua tana, stanco ma felice. Mentre si addormentava, sognò di future avventure con i suoi amici, sapendo che ogni giorno sarebbe stato un’opportunità per scoprire nuovi misteri e creare ricordi indimenticabili.